Museo del Vetro: Una breve anteprima della Collezione

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Le sale di Villa Rosa espongono una selezione di oggetti alla façon d’Altare, in vetro trasparente, realizzati dalle maestranze della Società Artistico Vetraria – attiva dal 1856 al 1978. Accanto a questa produzione la collezione conserva anche oggetti artistici creati dai principali vetrai altaresi e opere contemporanee di arte e design. La storia del vetro altarese è quella di una produzione dedicata principalmente al settore dei vetri da laboratorio e farmacia e del vetro d’uso comune, destinato a tutti gli aspetti del quotidiano, riconoscendo in questo materiale il suo aspetto malleabile, igienico e riciclabile.

Accanto alla precisione e all’abilità tecnica della lavorazione – basata anche sull’uso di stampi a cui seguiva un’ultima rifinitura manuale – soprattutto per il settore dei vetri da laboratorio, i vetrai altaresi dimostrarono anche una spiccata creatività artistica con la tecnica dell’incisione. Questa, arrivata ad Altare alla metà dell’Ottocento dalla Boemia con i fratelli Schmid, permise alle maestranze locali di eseguire disegni e decorazioni geometriche sulla superficie dell’oggetto vitreo una volta raffreddato. Una sala del museo è dedicata proprio a questa fondamentale produzione artistica che permette di osservare le caratteristiche delle diverse tecniche – molatura, scannellatura, acidatura, incisione con tornio – che si sono trasmesse invariate nel tempo.

L’attenzione all’aspetto artistico torna anche nella “sala dei giganti”, chiamata così per i grandi vasi realizzati in occasione delle Esposizioni Universali, e di fronte alle prime sperimentazioni avvenute nella seconda metà degli anni Novanta del XIX secolo nel campo del design con la serie Opal disegnata negli anni Cinquanta del Novecento dal designer altarese Teobaldo Rossigno. Questa linea ha permesso ai vetrai altaresi di utilizzare il colore – pieno, caldo e uniforme. oltre che forme innovative e ancora oggi assolutamente all’avanguardia.

Le sale del museo ospitano al secondo piano una serie di pezzi unici, realizzati durante la pausa dal lavoro in vetreria, da alcuni dei più importanti Maestri vetrai altaresi attivi nel corso del Novecento: Isidoro(detto Dorino) Bormioli e i fratelli Costantino e Cimbro Bormioli. Questi oggetti racchiudono, oltre a una grande abilità tecnica, un’ottima conoscenza chimica dei materiali che ha permesso loro di sperimentare con la materia oltre che con le forme.

La collezione museale custodisce anche una serie di oggetti realizzati a seguito dell’ultima grande migrazione dei vetrai altaresi, nomadi da sempre, in Argentina, a seguito della crisi economica scaturita nel secondo dopoguerra, che diede vita a un incontro tra la tradizione altarese con quella boema e il gusto delle popolazioni autoctone. Infine, il museo ospita una serie di opere contemporanee realizzate in occasione di Altare Vetro Arte e Altare Vetro Design, due appuntamenti annuali del museo, che permettono di mostrare le nuove traiettorie artistiche intraprese dall’uso di questo antico materiale, ampliando la collezione permanente con opere di artisti e designer contemporanei che lavorano e sperimentano nuove tecniche con il vetro.

 

 

Bibliografia:

Michela Murialdo, La collezione del Museo dell’Arte Vetraria, in Villa Rosa – Museo dell’Arte Vetraria Altarese, a cura di Valentina Fiore, collana Guide della Direzione Regionale Musei Liguria, editore SAGEP, 2023, p.15