Area Oggetti Domestici
In questa sala è rappresentata la vita domestica precedente all’arrivo dell’ elettricità. Le famiglie erano più numerose di quanto lo siano oggi, solo dal secondo dopoguerra le donne iniziano a lavorare anche se i lavori domestici rimanevano in ogni caso loro esclusiva.
A fine 1800 a Bardineto erano residenti circa 1155 abitanti, in tutta la provincia un quarto degli abitanti viveva grazie all’agricoltura e all’allevamento.
Così come oggi, anche nel passato la casa rispecchiava il livello sociale della famiglia che la abitava, e l’organizzazione dello spazio rifletteva la struttura familiare, le gerarchie e la condizione economica.
Non c’era l’acqua corrente che bisognava attingere al pozzo o alla fontanella pubblica; la spazzatura veniva gettata in pozzi scavati nella terra e le acque piovane non venivano incanalate.
Soprattutto, non esistevano le reti fognarie ma i cosiddetti pozzi neri; spesso le acque erano non potabili, perché contaminate da sostanze fecali e urinarie presenti nel terreno. Furono proprio le acque di scarico a propagare il colera che a più riprese, tra il 1835 e il 1911, causò la morte di un milione di italiani.
A fine Ottocento, solo la metà dei comuni italiani era dotato di condutture per l’acqua potabile e più del 77 per cento era sprovvisto di fogne.
Si abitava in molte persone in pochi metri quadrati di abitazione, solitamente composta da poche stanze, una al piano terra che fungeva da cucina e dove si viveva per la maggior parte della giornata e una al piano superiore dove si dormiva solitamente tutti insieme. Spesso anche nella stalla si svolgevano attività domestiche, si chiacchierava con gli amici, le donne magari rammendavano o filavano la lana.
Occorre approcciarsi a questa stanza, pensando che prima di buttare qualsiasi cosa una volta occorreva pensare al una possibile seconda vita.
Percorrendo la stanza in senso orario troviamo una serie di antiche pentole in terracotta (Pignatte), tra le più particolari si può notare la prima ancora sporca di colore bianco all’interno usata per conservare le uova nella calce, (quattro parti diacqua e una di calce permettevano alle uova di conservarsi per mesi), quelle bucate servivano per fare in casa formaggio e permettere la fuoriuscita del siero dalla cagliata, più avanti si notano alcune pentole con uno spessore a metà altezza che consentiva di inserirle direttamente all’interno dei cerchi della stufa.
Seguono
- una collezione di ferri da stiro con diversi funzionamenti: a brace, a gas o semplicemente da scaldare sulla stufa
- una collezione di lumi ad olio
- di grattugie, (da notare quelle derivanti da vecchie zappe ormai non più utilizzabili che una volta bucate con un ferro caldo hanno cambiato utilizzo)
- di caffettiere
- di macinini da caffè
- di padelle per castagne
- di ganci in ferro per appendere la pentola sul focolare
- di pentole per vari utilizzi
- di posateria in peltro (lega composta principalmente di stagno con aggiunta di altri metalli come rame, bismuto e antimonio, in alcuni casi poteva contenere anche piombo ora considerato tossico) sia domestica che da campo
- di macina carne.
Bibliografia:
https://www.150anni.it – serie storiche ISTAT