Sala del Plastico
Plastico ed immagine sovrastante sono databili al 1963\1964, poco prima della acquisizione dell’azienda dalla multinazionale americana 3M. Si evidenzia l’urbanizzazione e l’architettura del sito industriale, “la cittadella della pellicola”, che poco somiglia ai grandi insediamenti chimici così come siamo abituati a vedere. Se non fosse per le due ciminiere ricorda le grandi strutture ospedaliere a cavallo tra 800 e 900, dove i singoli reparti sono distanti tra loro. Serbatoi, condotte, cavidotti sono ubicati in sotterranei in stretti cunicoli ed ampie gallerie. La movimentazione delle maestranze e dei prodotti avviene tramite le migliaia di biciclette in dotazione, trenini interni su gomma, funicolari ed in anni più recenti in grandi poste pneumatiche.
Sono anche gli anni dove il numero di dipendenti raggiunge il suo massimo storico da azienda italiana, 4000 tra operai ed impiegati di cui più di un terzo sono donne. A questi numeri dobbiamo anche aggiungere circa 1500\2000 lavoratori dell’indotto d’impresa, in quella formula autarchica che andrà ben oltre il ventennio fascista, di tentare di fabbricare\operare il più possibile in loco o in prossimità.