Attività Artistica e Produzione Letteraria

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L’eclettico Barrili compie tutti i suoi studi, dalle elementari a quello che potremmo chiamare liceo, presso gli Scolopi Savonesi, e fin da bambino si distingue per particolari doti artistico-letterarie: dal 1846 al 1850 si differenzia in molte discipline letterarie-grammaticali. Risalgono al 1846 e al 1847 il primo premio in Lingua Italiana e il secondo premio di Grammatica Inferiore, mentre nel 1849 viene premiato per superiorità di ingegno nella prima classe di grammatica e nel 1850 nella seconda classe di retorica.

 

La vasta opera letteraria di Barrili composta da numerose novelle e una cinquantina di romanzi, inizia nel 1865 anno in cui fu pubblicato, dapprima nelle appendici del Movimento, il Capitan Dodéro.

Lo stile pacato e scorrevole, che ritroviamo nei suoi articoli, ne caratterizzerà l’attività narrativa, infatti il molto “narrare” di Barrili nasce proprio nelle redazioni dei giornali sottoforma di romanzo d’appendice a sfondo amoroso. L’amore è il tema presente in molte narrazioni, viene descritto in modo soave e delicato, rievocando lo stile dell’idillio classico. Nonostante i toni risultino essere posati, l’intreccio è ricco di accadimenti dal momento che lo scenario-ambiente varia continuamente. Ora il fatto è ambientato in una realtà storica più lenta ma ricca di richiami a tradizione patrie locali, ne sono un esempio le scene di guerra in Val d’Olivi (1871) e La Montanara (1886), ora in una realtà contemporanea, il cui racconto esercita maggiore interesse per le notizie e per i fatti vissuti, diventando più concitata. Rientra in quest’ultima tipologia di narrazioni il romanzo intitolato Amori alla macchia (1884), in cui viene narrata una storia d’amore ambientata nella Carcare della seconda metà dell’Ottocento, in quel tempo interessata dalla fiorente attività artistico-pittorica dei “Grigi”, il cui stile anticipa quello degli Impressionisti. La Scuola dei Grigi, nata a Genova, s’ispira alla pittura “en plein air” del maestro Tammar Luxoro, Carcare diventa il centro promotore del nuovo linguaggio artistico, basato su un equilibrato rapporto tra tono di colore e luce naturale, in grado di garantire un’interpretazione “naturalistica” del paesaggio. La denominazione di “Scuola grigia” deriva dal fatto che i pittori ad essa appartenenti mostrano una particolare predilezione per i mezzi toni fusi nella luminosità dell’insieme.

 

Lo stile idilliaco di Barrili, pur nei suoi costanti richiami alle linee classiche, risulta essere originale per le sue continue divagazioni: la scena si fa più ampia e l’intreccio più complicato, in questo modo l’autore cerca di dare il senso del reale. Non di rado trasferisce i contenuti dell’idillio tradizionale da un mondo tranquillo a quello comune della quotidianità ricco di passioni e imprevisti. La narrazione si spezzetta nei molti aspetti della vita mondana troppe volte misera e meschina. Ecco che compare L’idillio mondano i cui protagonisti sono uomini della società aristocratico-borghese dal comportamento ipocrita e senza scrupoli, come quelli de I Vecchi e i Giovani. Le linee tematiche (descrizione di una società vuota e superficiale) si allontanano dal senso patriottico di Barrili che amerà rievocare anche fantasticando fatti storici nell’idillio a sfondo storico. Le opere più importanti appartenenti a questo filone sono: Amor fra l’armi (1873), Castel Gavone, Diana degli Embriaci, Un giudizio di Dio e Re di cuori.

Un’attenzione particolare merita il romanzo intitolato I Rossi e i Neri, ovvero I misteri di Genova, calato profondamente nella realtà storica dell’antica Repubblica marinara della fine del XIX secolo. Barrili immette in quest’opera buona parte di sé, con precisione giornalistica descrive tutto ciò che riguarda la realtà genovese del 1857, riportandone accuratamente tutti gli aspetti, siano essi negativi che positivi descrive in egual misura l’ambiente gretto e quello più luminoso, più ricco, passa cioè dall’analisi di tenebrosi cunicoli delle fogne a quella del palazzo nobiliare al fine di sottolineare la multiformità e il variegato aspetto della città.

Il persistente esercizio letterario porta l’autore a sperimentare altre soluzioni narrative come la drammatizzazione dell’idillio che emerge soprattutto alla fine di ogni racconto dal quale si percepisce che la realtà sociale contemporanea ha un che di negativo, sottolineato da protagonisti privi di spessore drammatico, deboli e inaffidabili. Espressione di questa analisi della società sono: La conquista di Alessandro, Studio dal vero, La Sirena, Storia vera, Casa Polidori, Rosa di Gerico, Diamante nero, Il Dantino e Il tesoro di Golconda. In quest’ultimo prevale la descrizione intimistica dei personaggi localizzata nella cornice fantastica dell’India (Tiziano Sclavi, autore di Dylan Dog, pare si sia ispirato a queste avventure per descrivere un episodio delle vicende del celebre detective).

 

Nei romanzi Il libro nero (1869), il Ritratto del diavolo (1882) e Il prato maledetto: Storia del X secolo (1896), si ritrova un Barrili pronto a compiere un attento esame della condizione umana, un esame dei cedimenti dell’Io e della sua immoralità in modo nuovo e originale, dal momento che i personaggi e i fatti narrati sono resi suggestivi dalla fantastica cornice che li racchiude.

 

Nella trama dei “romanzi maledetti”, nome generico con i quali si indicano le opere citate poco sopra, vengono descritte storie di uomini che cominciano a riflettere sulla propria esistenza e su quale senso essa abbia. Nel momento in cui, i personaggi vengono a contatto con l’elemento demoniaco e misterioso della realtà, entrano in crisi, cadono nel dubbio, dal quale non riescono a risollevarsi.

Dalle tre opere emerge un Barrili ormai lontano dall’Idillio, più profondo e moderno che sa concretare in immagini metaforiche, difficile tentativo dell’Io verso la presa di coscienza di sé stesso.

 

Di tutto altro genere sono i romanzi appartenenti al “ciclo colombiano” il cui progetto risale al 1889, ai primi due romanzi Le due Beatrici e Terra Vergine, seguono I figli del cielo, Fior d’oro e Raggio di Dio. In ognuno di questi viene descritta l’avventurosa vita di Cristoforo Colombo dall’inizio del suo tribolare in terra di Spagna alla ricerca di aiuti per portare a termine il suo obiettivo, all’ impervio viaggio di scoperta. Barrili offre al pubblico una prova ulteriore della sua disponibilità al racconto e alla precisione del particolare evidenziando di volta in volta il grande attaccamento che lo lega a Genova.

 

Nelle sue ultime opere Barrili osserva e descrive il mondo sotto diversi punti di vista in modo da non tralasciare alcun aspetto, pur gretto che sia, della realtà, utilizzando diversi toni stilistici che variano dalla “frecciata” ironica alla macchietta satirico- umoristica, dal quadro comico-fantastico, alla scena realistica.

Tale espediente letterario, uso della varietà tonale serve a mettere in luce la decisa presa di posizione dell’autore nei confronti della vita che ama e rispetta nei suoi molteplici aspetti (anche quelli negativi), di cui analizza con grande accuratezza ogni dettaglio al fine di fare apprezzare la variegata realtà anche ai suoi lettori ai quali suggerisce di viverla ironicamente, con distanza e senza farsi illusioni.