La Carriera Universitaria

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Come per la sala A anche i mobili di questa sala sono originali. Qui si ripercorre la carriera universitaria di Barrili.

 

Nel 1894 ottenne infatti la cattedra di Letteratura Italiana a Genova, grazie soprattutto all’appoggio di Giosuè Carducci che lo stimava anche per i suoi ideali patriottici. Nel 1903 Barrili venne nominato Magnifico Rettore dell’Università di Genova. Per questo, sulla destra, sono esposti la toga del Barrili, il certificato relativo alla nomina di Rettore, un quaderno di appunti universitari, il biglietto da visita ed un suo ritratto. Questi oggetti sono sistemati sullo scrittoio sul quale Barrili scriveva.

 

Tra le due finestre è esposta la copia di un bronzetto raffigurante una divinità traco-frigia di Giove Sabazio, rinvenuto nel 1891 in uno scavo vicino alla strada parrocchiale di Vado Ligure. Durante i lavori vennero alla luce anche due mani votive; l’originale del reperto qui esposto è andato perduto, mentre l’altro è conservato al British Museum di Londra. La datazione risale al III secolo a.C. Molto probabilmente Barrili venne in possesso del calco grazie al suo caro amico Vittorio Poggi che, all’epoca, era il Regio Commissario per le Antichità delle Belle Arti della Liguria e studioso di questi cimeli.

 

Quasi al centro della stanza è stato collocato un tavolo quadrato molto grande su cui sono esposti:

  • alcune copie del quotidiano “Il Movimento” conservate dal Barrili e rilegate in seguito;
  • la raccolta de “Il Caffaro”, quotidiano da lui diretto e fondato nel 1875. Sul tavolo è presente un numero del quotidiano, aperto sulla pagina dedicata ai funerali di Barrili. Egli morì a Carcare il 14 agosto 1908 e durante i riti funebri, che si svolsero a Genova, vi fu una disputa fra clero e massoneria. La tradizione orale riferisce infatti che a Carcare il clero accompagnò la salma da Villa Maura fino alle porte del paese, lasciandola poi ai massoni, che lo avvolsero nel tricolore e lo trasportarono in treno dalla stazione di San Giuseppe di Cairo fino a Genova. Il problema sorse però nuovamente a Genova quando i rappresentanti della massoneria furono allontanati dalla funzione e si riunirono in una piazza della città per ricordare Barrili con una contro-cerimonia;
  • vi è poi un volume contenente le riviste di moda “Femina” in lingua francese, appartenute alle nipoti di Barrili;
  • diversi suoi romanzi, una raccolta di opere teatrali e alcune novelle.

Anton Giulio scrisse diversi romanzi storici e altre opere di intreccio amoroso, particolarmente apprezzate dalle donne. Si dice addirittura che fu proprio un’ammiratrice di Barrili a chiedergli, una sera al teatro Carlo Felice, di accontentare il pubblico femminile scrivendo romanzi d’amore.

 

Ad una parete sono appesi due dipinti tardi di Laura Breschi, nipote di Barrili e artista affermata. Un’altra opera che attesta le capacità artistiche della Breschi, è il “Dio Imperator”, posto sull’altare della Chiesa degli Scolopi, non lontano da Villa Maura.

 

Proseguendo nella sala, sulla destra è stato creato un angolo dedicato alla famiglia Barrili.

Al centro della sala si trova il divano di forma rotonda in tessuto damascato, posto originariamente al pian terreno della dimora, nell’ingresso principale, sdoppiato e appoggiato al muro.

 

Ai lati della porta che conduce alla sala D, sono stati affissi i ritratti dei genitori del Barrili: Maura Pertica e Luigi Barile. Si noterà immediatamente il cambio di cognome da Barile a Barrili, voluto da Anton Giulio e attestato in un documento del 1883 qui esposto.

Questa sala è inoltre arredata da librerie a muro in legno che ospitano libri, enciclopedie e volumi di ogni genere appartenuti al Barrili.

Manifesto elezioni Parlamento italiano.

Elenco dei Mille a Marsala tra cui non compare il cognome Abba.

 

Barrili fu un alunno modello, principe dell’accademia nella scuola degli Scolopi a Savona (Abba lo fu a Carcare). Uno dei suoi insegnanti fu Angelo Pesante, insegnante di retorica. Angelo Pesante chiese a Barrili di parlare di una delle figure della retorica, il paradosso. Barrili fece presente il paradosso tra il nome e il cognome del suo insegnante: Angelo Pesante. Questo lo raccontò lo stesso professore.